Patricia nella città di Zero

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di Francesca Biffi, Simona Cosentino, Martina Rigotti Paba
con Francesca Biffi ed Emanuele Simonini

LA TRAMA

Viaggio della giovane rom Patricia Stanovic verso Zero, città dove tutto sembra possibile e i cui simboli abbagliano di continuo il sentiero di chi prova a raggiungerla: Coca-cola Zero, Fanta Zero, Interessi Zero, Zero Grassi, Zero Calorie, Zero Confini…

Zero è meta e metafora di chi vuole un nuovo inizio; ma è anche un cerchio e come tale tende a tornare sempre su se stesso, ad accartocciarsi all’infinito, riportando Patricia al punto di partenza, circondata da un confine sottile ma invalicabile.

Tutto ciò che Patricia conosce di Zero è per sentito dire, ma non serve altro per farla sperare e oco importa se il viaggio sembra non avere mai fine…

“PERCHE’ UN ROM NON INVECCHIA MAI. RINASCE SEMPRE.
PER PARTIRE BASTANO POCHE COSE IN UNA VALIGIA PICCOLA
E IN TESTA SEMPRE UNA CANZONE”

Bloccata nel “Centro di smistamento 0078”, Patricia aspetta e aspetta ancora come sua madre, sua nonna e tutto il suo popolo prima di lei. Oggi come ieri.

Raccontare è l’unico modo che conosce per far muovere il campo e tra tutte le storie una in particolare piace a Patricia; quella che narra la “rivolta degli zingari” del 16 maggio 1944 ad Auschwitz.

Quel giorno le SS circondarono lo Zigeunerlager per liquidarlo definitivamente portando tutti i “maledetti zingari” nelle camere a gas, ma si trovarono di fronte a uomini e donne che combattevano a mani nude, lanciandosi contro i fucili per proteggere i propri figli. Disorientate, quel giorno, le SS si ritirarono e non dissero nulla quando i violini e le fisarmoniche si misero a suonare.

IL PERSONAGGIO

Patricia è “lo zingaro” che è in ognuno di noi. Perché rappresenta la forza di andare avanti, sempre e comunque.
È un clown che sorride fino alle lacrime e piange solo fino al passo successivo. Che ci riprova ogni volta con la stessa voglia e determinazione.
È una bambina che fa le boccacce e una mamma che racconta storie meravigliose:

“PERCHÉ LE STORIE NON SONO DI NESSUNO.
È OGNUNO DI NOI CHE APPARTIENE A TUTTE LE STORIE.”

Siamo grati al fotografo Alessandro Accorsi per le bellissime foto